Halloween e festa. Quali parole migliori per descrivere la sua serata ideale al Campo? Finalmente qualcuno – non conosceva l'identità del "famoso" proprietario del Lupus in Fabula, purtroppo (?) – si era deciso ad organizzare un evento fuori dal comune. Era da tempo che non partecipava ad una festa normale e non dedicata a qualche dio.
Era strano pensare che, nonostante tutto, una semplice festa di Halloween fosse considerata strana, un evento più unico che raro; vista la segretezza con la quale la voce si era sparsa, però, un unico dubbio la assillava: e se ci fossero state altre feste, ma lei non fosse stata abbastanza attenta da coglierne i segnali?
"D'ora in poi farò più attenzione...", pensò, mentre usciva dai dormitori della sua Coorte, controllando che fuori non ci fosse nessuno che potesse vederla uscire in costume. Non voleva essere vista mentre andava alla festa? Probabile. Il Lupus in Fabula non aveva una buona fama e un Centurione là dentro non avrebbe fatto una buona figura... ma a lei non importava e lo sapeva. Se davvero non avesse voluto essere riconosciuta, probabilmente avrebbe indossato una maschera, cosa che, invece, non stava facendo. In fondo, sapeva che la maggior parte dei Legionari avrebbe partecipato, quindi perché preoccuparsi?
Poi, davvero, non avrebbe potuto saltare una festa per nulla al mondo.
Camminò fino all'ingresso del locale, aggiustandosi velocemente il vestito una volta arrivata là davanti. Per il costume, aveva optato per qualcosa di semplice e, forse, un po' troppo scontato. Beh, forse un po' di normalità serviva là in giro, no? Si era travestita da vampiro colpa della player che non ha idee, sorry Clary, con tanto di occhi rossi e pelle diafana incorporati(?) nel pacchetto. Per il pallore, non aveva avuto problemi – il fondotinta bastava –, mentre per gli occhi aveva dovuto barare un po'. Al Campo non arrivavano di certo pacchetti da Amazon – non che ci fosse Internet per ordinarle –, quindi aveva deciso di usare il suo potere, una volta tanto. Per una serata non le avrebbe fatto di certo male. E poi li adorava. Quante ragazzi avrebbero potuto avere gli occhi cremisi senza ricorrere a lentine fastidiose? Quasi nessuno, esatto.
"Dolcetto o scherzetto?", disse, per poi entrare dentro l'edificio non appena il passaggio fu libero. La trovata della parola segreta era forte, doveva ammetterlo.
Dentro, era tutto un insieme di luci da discoteca, ragazzi sorridenti e travestimenti. Stava già amando quella festa. Probabilmente si poteva vedere la felicità uscirle da tutti i pori. Si entusiasmava per poco, sì, ma ehi, la gioia è contagiosa. Un po' come gli sbadigli (?).
Si avvicinò al tavolo del buffet – GRATIS –, per poi prendere qualche stuzzichino e raggiungere un gruppetto di ragazzi. Conosceva più o meno tutti, tra di loro, anche se il ragazzo con il vestito di pelle solo di vista; poi c'era l'Augure Will – o meglio, George Washington di nome e di costume(?), quella sera –, Saoirse e Flavia, Centurioni della Quinta e della Prima, e un tipo vestito da fantasma dell'opera che aveva un aspetto stranamente familiare. Se non avesse avuto la maschera, l'avrebbe riconosciuto subito, probabilmente. Non volle indagare più di tanto sulla misteriosa – *coff coff* – identità del ragazzo, passare la serata ad investigare non era una buona idea.
"Qualcuno ha qualcosa contro Catwoman?", disse, con un tono decisamente poco serio. Esisteva la serietà in Clary, poi?
Si infilò nel gruppetto, per poi prendere un muffin al cioccolato con sopra una zucca di zucchero e addentarne un boccone.

❝ Daughter of Venus ❞

Vedere il praetore annuire alla sua ultima frase, lasciò Clary con un accenno di sorriso sul volto. Non voleva sembrare felice e contenta per quello che stavano facendo – non era il momento adatto, ecco –, ma sapere che il suo capo si preoccupava per il bambino era bello. In fondo, quale buon comandante non si preoccupava della sorte di un innocente? Sarebbe stato strano altrimenti. La cosa segnò un punto a favore di Cloud e la figlia di Venere ringraziò mentalmente quell'escursione per averle dato l'occasione di potergli parlare. Da un po' di tempo aveva l'intenzione di conversare con lui, anche solo per conoscere di più il ragazzo che, se se ne fosse presentata l'occasione, avrebbe condotto l'esercito romano in guerra.
"...Anche se non credo che un bambino che è uscito da solo dall'unico posto dove è al sicuro per seguire un animale indubbiamente più intelligente di lui, sia particolarmente furbo. Fossi stato il cane, anch'io sarei scappato.", le disse poi Cloud, mentre la Centurione pensava alle parole che le aveva detto. Certo, uscire dal Campo non era stata una mossa furba da parte di Felix, ma non per questo lo rendeva stupido. In fondo il ragazzino aveva sempre sette anni, Clary non credeva che riuscisse a comprendere a pieno la pericolosità del mondo esterno per lui. "Forse era particolarmente legato all'animale", rispose, stringendosi nelle spalle.
Una volta incamminatosi alla ricerca del bambino, la ragazza iniziò a guardarsi intorno, quasi distrattamente. In realtà, stava scrutando il luogo circostante, assicurandosi dell'assenza di creature ostili nei paraggi. Nonostante il paesaggio, l'aria fresca e la possibilità di lasciare per un po' il Campo, stare al di fuori dei confini protettivi la faceva sentire a disagio; erano in quel luogo, da soli, pieno di nascondigli per mostri e la cosa non le piaceva. Quella non era un'esercitazione e se uno dei due si fosse ferito, nessun medico sarebbe intervenuto. C'era un'atmosfera piuttosto surreale, in effetti: un misto di gioia e stupore per la bellezza del paesaggio circostante – Clary adorava tutto ciò che aveva a che fare con la natura, non poteva farci niente –, misto ad uno stato di allerta continua, voglia di tornare al Campo e ansia per la salute del bambino. Un mix perfetto.
"Non esco fuori da una vita. La mia ultima Impresa è stata almeno un anno fa.", le disse Cloud, con un tono di voce nostalgico. Anche la sua ultima uscita dal Campo risaliva a parecchio tempo prima. Due anni di permanenza nella Legione erano pochi, non poteva permettersi di andarsene. Le sue uscite potevano essere contate sulle dita di una mano... quante erano state? Tre, forse quattro? Di cui una era stata dedicata ad una piccola impresa, tra l'altro. Forse, per gli standard dei Legionari, erano anche troppe. "Odio i posti non civilizzati..", concluse alla fine il praetore.
"A me piacevano, una volta.", disse, cercando di continuare la discussione e non lasciare parlare solo Cloud. "Ma ora che conosco tutti i rischi del mestiere," – l'essere una Legionaria poteva considerarsi un mestiere? – "I luoghi isolati sembrano solo delle trappole per semidei e legati."
La Centurione continuò a seguire il ragazzo, ricambiando il sorriso di lui. Stranamente, in quel momento Clary non aveva niente da dire. Di solito parlava, parlava e parlava, fermandosi solo per ascoltare ciò che gli altri avevano da dire. Nonostante solo pochissime persone avessero la sua più totale fiducia, le piaceva parlare un po' con tutti e fare amicizia con gli altri; l'unità per i Romani era fondamentale, e non c'era metodo migliore per legare della socializzazione. Doveva conoscere i ragazzi con cui si allenava e combatteva, era fondamentale per lei. Ecco perché era decisa a fare amicizia con il pretore. Se conoscere i "semplici" soldati era importante, fidarsi dei suoi superiori lo era ancora di più.
"Secondo quanto mi hanno detto i suoi genitori, Felix dovrebbe essere andato verso il Cumulo, hai presente? Vicino alla Foresta delle Anime Perdute. Direi di partire da lì... ma se hai idee migliori, ancora meglio.". La figlia di Venere non trovò nulla da obbiettare.
"Non ci sono molti massi di grandi dimensioni qua intorno", rispose la ragazza, ricordando le indicazioni date da Felix ai genitori. "E visto che il bambino ha assicurato di non essersi allontanato troppo, è probabile che si trovi lì.". Sorrise, continuando poi a camminare in direzione del Cumulo.
"Sei mai uscito da Nuova Roma per questioni non riguardanti il Campo?", gli chiese, cercando di riallacciarsi al discorso di prima. "Senza doverti preoccupare della riuscita di una missione o un'impresa, intendo." Non era uno degli argomenti più intelligenti e stimolanti che avesse mai trovato per parlare, ma poteva considerarlo un inizio. Sperava che Cloud non la considerasse come una domanda troppo personale e che la mandasse a quel paese. Quello sarebbe stato un cattivo inizio, e Clary non voleva risultare antipatica o troppo invasiva dopo una sola conversazione.

❝ How could you be worthy? ❞